Il Gelso per maestro

Il Gelso per maestro

Questa è la storia di un nonno e la sua nipotina Angela.

Il nonno era solito aspettare Angela seduto su una sedia sotto le fronde di un bellissimo e maestoso albero, un VECCHIO GELSO.
Angela ogni giorno, finita la scuola, correva lì, dove il nonno era seduto a leggere vecchi libri, a volte solo a pensare, ad osservare o ad ascoltare i suoni della natura.
Un giorno la bambina trovò il coraggio di chiedere al nonno perché trascorreva tanto tempo in quel posto. Il nonno rispose: “Ciao Angela, stavo proprio aspettando che me lo chiedessi, siediti vicino a me che ti racconto una storia…”
“Non esiste un albero più paziente e saggio del gelso, perché con pazienza mette le foglie più tardi degli altri per evitare le ultime gelate dell’inverno. Un tempo, quando la coltivazione era molto più diffusa, queste piante erano usate per delimitare i confini dei campi o l’ingresso delle case; sotto la loro ombra noi bambini giocavamo a nascondino correndo di qua e di là. E i suoi frutti? Mmh…”.
Il nonno chiuse gli occhi e raccontò di dolcissime more da mangiare così come sono, appena raccolte dai rami.
Dopo un lungo silenzio, in cui nonno e nipotina viaggiavano ognuno con i propri pensieri, il nonno aggiunse: “Lo sai Angela che questo albero è anche magico?”
“Un albero magico?!” Rispose la bambina incuriosita.
“Proprio così, tanto tempo fa la mia mamma, quando io avevo la tua età, si prendeva cura con tanto impegno di questi alberi perché allevava i bachi da seta.”
“Baaa…che cosa sono nonno?” chiese confusa Angela.
“I bachi da seta sono dei bruchi che diventano farfalle, farfalle dal filo prezioso e sono ghiotti delle foglie di gelso, ma questa cara Angela è un’altra storia…” Disse il nonno con espressione sognante.
“Lo sai nonno che questo è il mio posto preferito?” E il nonno rispose: “Anche il mio Angela, questo albero è memoria, riparo, fonte di cibo e luogo di giochi e condivisione di segreti…”.

 

 

Il motivo per cui abbiamo scelto il gelso come simbolo della nostra scuola è proprio perché per noi maestre la scuola è come questo albero: è radice ed è chioma, è un luogo di insegnamento, di lavoro e di educazione.

ASPETTARE, ATTENDERE, PAZIENTARE, osservare l’andamento dei processi di crescita dei bambini ed agire nel rispetto dei loro tempi, senza imporre la fretta, proprio come il nostro gelso aspetta il momento giusto per far fiorire la sua folta chioma.

Scuola come luogo di cura, d’incontro e relazione, in un clima di benessere capace di trasformare i nostri bruchi in bellissime farfalle.